La Nostra presenza nel mondo

La crisi delle vocazioni maschili e femminili degli anni ’60 e ’70 del XX secolo si fa sentire anche all’Aquila e in Abruzzo. Si impone anche nella Congregazione delle Zelatrici del Sacro Cuore la necessità, pena la morte della Congregazione stessa, di cercare nuove vocazioni in contesti geografici e culturali diversi. Si progetta così l’apertura di una casa alle Isole Filippine. L’idea matura in occasione di una visita che fa alle Suore Zelatrici, il 18 ottobre 1985, il Cardinal Jaime Sin con i vescovi ausiliari di Manila, venuti a Roma per l’incontro con il Papa “ad lumina”.

La nostra presenza nel mondo inizia nel gennaio del 1986, quando due Suore Zelatrici vengono inviate a Manila per studiare la possibilità di aprirvi una missione.
Il 31 dicembre del 1986 è eletta Superiora Generale Suor Nanda Giamberardini. Ancora giovane di età, ma già matura nello spirito, un mese appena dopo la sua elezione a Madre Generale, il 1 febbraio 1987, alla presenza  delle consorelle adunate in Cappella, consegna a Suor Agnese Cianchini e Suor Maria Laura Celi, il crocifisso di missionarie e le invia nelle Isole Filippine per aprirvi una missione. Così le Suore Zelatrici lasciano l’Aquila per fondare una casa religiosa all’estero. L’impresa è ardua e diventa, ben presto, insospettatamente dispendiosa. Le due coraggiose missionarie sono ricche di fede e di carità, ma hanno bisogno di tutto. Occorre loro una casa, il vitto, i vestiti e soprattutto hanno bisogno di essere sostenute nella loro impresa. Fiduciosa nella Divina Provvidenza e nella protezione della Madre e Fondatrice Maria Ferrari, iniziano la loro attività di servizio ai bisognosi e ai malati.

Servizio d’amore

Il lavoro delle due missionarie alle quali, ai primi di ottobre, si unisce una terza zelatrice, Suor Lidia Pupatti, è benedetto dal Signore. La loro piccola casa a Villa Carolina di Metro Manila diventa ben presto centro di attenzione e di attrazione per molte giovani filippine. Esse vedono nelle Missionarie Zelatrici generosità, disinteresse, fede e carità. Il popolo filippino avverte subito che non sono venute da lontano per imporre la loro spiritualità o la loro cultura. Sono venute per offrire, con generosità, il loro servizio di carità, che vuole essere servizio di “amore“. Ciò le rende simpatiche e la loro casetta diventa, in breve tempo, un centro di servizio fraterno e di spiritualità, ispirata al culto ed all’imitazione del Sacro Cuore di Gesù.

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